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Coaching organizzativo: cos’è e perché è importante per le aziende

Il coaching organizzativo è un tipo di coaching rivolto a un soggetto collettivo, e dunque a un’organizzazione. Mentre il focus dell’executive coaching è l’individuo, il focus dell’organizational coaching è sulla collettività: il suo obiettivo è quindi quello di un cambiamento sistemico all’interno dell’azienda, mediante il coinvolgimento del manager e di tutto il suo team.

Coaching organizzativo: che cos’è

A differenza di altre forme di coaching, il coaching organizzativo lavora con i team che compongono un’organizzazione, così da supportare la loro crescita in funzione degli obiettivi aziendali.

Spesso viene utilizzato per aiutare le organizzazioni a raggiungere obiettivi strategici, migliorare la capacità di leadership e creare un cambiamento culturale. L’accento è posto infatti sulle esigenze organizzative di ampio respiro, con il coaching che viene visto come un mezzo per il cambiamento dell’azienda nel suo complesso.

I benefici del coaching organizzativo

Il coaching organizzativo può essere il trampolino di lancio per un cambiamento aziendale a livello più profondo: può mutare la direzione di un’azienda e la sua propensione culturale al cambiamento, ed evidenziare i punti deboli di un team così da risolverli.

Nello specifico, i benefici del coaching organizzativo sono:

  • miglioramento del morale: i team e gli individui si sentono inclusi nella strategia aziendale, e il morale lavorativo e individuale migliora per via dell’aumento degli investimenti nell’apprendimento, nello sviluppo e nel coaching. In sostanza, i dipendenti si sentono apprezzati vedendo che l’azienda investe nel coaching organizzativo;
  • maggiore coinvolgimento dei lavoratori: le loro opinioni sono incoraggiate e apprezzate dal coach, e quello che ne consegue è un maggiore coinvolgimento nei confronti dell’azienda;
  • aumento del senso di responsabilità: il coaching organizzativo aiuta a creare nei lavoratori di ogni livello un senso di responsabilità. I team vengono allenati a suddividersi gli impegni, e ai singoli lavoratori vengono forniti gli strumenti per portare a termine il lavoro;
  • mantenimento della forza lavoro: se coinvolti in un progetto di coaching organizzativo, è più probabile che i lavoratori migliori decidano di rimanere in azienda in quanto si sentono coinvolti nella direzione e nella strategia aziendale. Se un manager sente di influenzare e persino di guidare il processo decisionale aziendale, con ogni probabilità vorrà restare all’interno dell’organizzazione partecipando attivamente al business;
  • sviluppo delle competenze chiave: i coach organizzativi sono formati per identificare i punti deboli di un sistema aziendale, dalla mancanza di forza manageriale alle capacità sottosviluppate di un lavoratore. Lavorando su di essi, vengono sviluppate le competenze chiave aumentando la produttività dell’azienda.

Come funziona il coaching organizzativo

Nel coaching organizzativo tutto è incentrato sul team. Le aziende sono costruite su team che portano avanti il business, e che svolgono un ruolo cruciale all’interno dell’azienda. Il coach osserva il gruppo mentre lavora, partecipa alle riunioni, collabora e lavora individualmente. Lo scopo ultimo è quello di far lavorare bene insieme i diversi gruppi, affinché siano tutti coordinati nel raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Spesso il coaching organizzativo si sovrappone all’executive coaching, tradizionalmente riservato ai leader ad alto potenziale ma necessario anche a correggere in anticipo i comportamenti che limitano la carriera di un coachee.

Quando il coaching organizzativo fa parte di un più ampio sforzo di istruzione e formazione, si parla invece di coaching integrato.

I lavoratori possono essere presentati a un coach durante il processo di formazione, ma il vero coaching non inizia fino al termine della formazione stessa. Una volta concluso, i coachee lavorano con i coach per rafforzare la formazione ricevuta e per applicarla nel lavoro quotidiano.

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