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Il grande rientro

I dipendenti di Apple sono sempre meno contenti. Lunedì scorso tutta l’azienda è tornata in ufficio nel complesso di Cupertino nonostante i forti malumori. Prima dell’estate a scatenare la miccia era stato l’annuncio dell’amministratore delegato, Tim Cook, il quale aveva annunciato che dal 5 settembre sarebbe stato obbligatorio tornare alle scrivanie almeno tre giorni alla settimana (NBC News). Oggi i lavoratori della Bay Area devono presentarsi in ufficio ogni martedì e giovedì, più un terzo giorno determinato dai singoli team. 

La petizione

La reazione è stata immediata. Un gruppo di dipendenti, sotto il nome di Apple Together, ha fatto circolare una petizione interna per chiedere alla società maggiore flessibilità, e perché ritengono di aver fatto un “lavoro eccezionale” durante gli anni della pandemia. Nella petizione, ha scritto il Financial Times, i dipendenti hanno sostenuto di essere più “contenti e produttivi” se possono lavorare fuori dagli schemi tradizionali. L’obbligo di tornare in ufficio, sostengono i dipendenti del colosso, non tiene conto degli aspetti più personali della vita dei lavoratori, a volte chiamati a fare i conti con problemi diversi come la disabilità, l’assistenza familiare, le preoccupazioni per la salute o le considerazioni di tipo finanziario. 

Come lavoreremo?

I problemi sul rientro in ufficio, comunque, non stanno colpendo solo Apple. Molte aziende negli Stati Uniti e in Europa si stanno domandando come affrontare il futuro post pandemico e quanta flessibilità sia giusto e conveniente assicurare ai propri dipendenti, sempre più desiderosi di conciliare il lavoro con la vita privata. Per fare solo un esempio, al Forum Ambrosetti di Cernobbio – ha scritto il Corriere – uno dei più grandi investitori americani e mondiali ha lanciato un appello perché i dipendenti tornino a lavorare negli uffici delle aziende, dato che lo smart working “isola e rende più faziosi”. Tra un’ondata pandemica e l’altra, i datori di lavoro hanno sperato di poter far tornare immediatamente in ufficio le persone. Poi i piani sono deragliati a causa di una nuova variante del coronavirus, e così oggi non tutti sono certi della rotta da intraprendere per gli anni futuri. Per spiegarla con le parole del New York Times, quella che stiamo per vivere potrebbe essere la fine di un’era per gli amanti delle scrivanie, o l’inizio di una ribellione dei lavoratori che porterà enormi cambiamenti nelle vite di ciascuno di noi.

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