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Grandi licenziamenti

Quelle appena concluse sono state settimane difficili per i colossi tecnologici. Il cosiddetto “tech winter” era in corso già da alcuni mesi, visto il crollo delle valutazioni in Borsa dei titoli del settore e il prosciugamento dei nuovi finanziamenti alle startup. Le ultime settimane, però, sono state ancora più significative nel mostrare quanto sia serio il rallentamento del comparto tecnologico. Il difficile contesto macroeconomico ha portato a decisioni drastiche anche per le Big Tech, che a turno hanno annunciato raffiche di licenziamenti o blocchi delle assunzioni (Il Post).

Maxi tagli 

Amazon ha fatto sapere che taglierà 10mila posti di lavoro negli Stati Uniti. Adesso c’è attesa per capire se un’ondata di licenziamenti colpirà anche i lavoratori basati in Italia. Poi è stata la volta di Meta, proprietaria dei social Facebook, Instagram e Whatsapp, che licenzierà 11mila degli 87mila dipendenti che conta in tutto il mondo. Un taglio drastico che ha colpito anche la sede italiana di Facebook, dove 22 dipendenti sui 127 complessivi verranno lasciati a casa. A questi si è aggiunto un caso estremo come Twitter. Elon Musk ha licenziato metà dei lavoratori dell’azienda. Poi ha cambiato idea, dicendo ad alcuni di aver sbagliato e chiedendo a chi era rimasto di scegliere tra ritmi di lavoro “hardcore” o licenziamento con buonuscita pari a tre mesi di stipendio. In tanti hanno preferito andarsene (Corriere).

Due fattori 

Ma che cosa sta succedendo? Nel corso della pandemia le nostre vite si spostavano online, e per questo le attività dei giganti della tecnologia sono esplose. Infatti in quel periodo Meta aveva assunto più di 15mila persone, Amazon ne aveva assunte 3mila a tempo indeterminato solo nel 2021. Oggi i manager che hanno annunciato i tagli hanno spiegato di aver sbagliato i calcoli e di aver agito con eccessivo ottimismo durante la fase più dura della pandemia. A questo fattore si aggiunge oggi il tema degli annunci online, che sono la principale fonte di reddito per molte Big Tech. Il problema è che le aziende negli ultimi mesi hanno affrontato crescenti opposizioni nelle pratiche pubblicitarie intrusive e, con l’inflazione galoppante, molte di loro sono state costrette a tagliare i loro budget pubblicitari online (The Atlantic).

  • La notizia della morte delle Big Tech è (per ora) fortemente esagerata (Linkiesta).
  • I licenziamenti nelle Big Tech sono un vantaggio per le aziende che si occupano di cambiamenti climatici (Washington Post).

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