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Il rientro dei cervelli 

Laureati, ricercatori, lavoratori più o meno qualificati. Gli italiani che da decenni espatriano per via di un mercato del lavoro stagnante sono sempre di più.

Uno studio del Centro Studi e Ricerche Idos, basato sui dati dell’Istat e dell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, ha stimato che negli ultimi dieci anni sono quasi un milione i cittadini che hanno spostato la residenza fuori dai confini nazionali. Nel 2015 il numero ha superato le 100mila persone in un anno. Un terzo di loro è laureato. Della cosiddetta “fuga dei cervelli” in Italia se ne parla ormai da anni e, secondo Confindustria, il fenomeno costa al nostro Paese circa 14 miliardi di euro ogni anno. 

Tasse sui redditi 

La situazione, scrive Il Post, sta cercando di cambiare con modesti risultati, anche grazie a politiche come quella sugli sgravi fiscali. Ad oggi, infatti, i docenti e i ricercatori sono parecchio agevolati, perché grazie al Decreto crescita possono pagare l’Irpef solamente sul 10% del loro reddito, a prescindere dal luogo del trasferimento.

Secondo i dati forniti dal Ministero delle Finanze, nel 2019 erano 13.400 le persone interessate a questo regime fiscale agevolato, e nel 2020 il numero era già salito a quasi 17mila. I dati del 2021 non sono ancora disponibili, ma è verosimile pensare che continuino a crescere, complici la pandemia e modalità di lavoro più flessibili. 

  • “Lavoro precario, zero prospettive e cervelli in fuga”: i ricercatori dell’ex istituto di Cingolani scrivono a Draghi. “Impossibile fare carriera” (Il Fatto Quotidiano).

 

Effetto Covid

L’emergenza sanitaria ha infatti dato la possibilità a molte aziende di far lavorare i propri dipendenti completamente o quasi da remoto, conciliando così la voglia di tornare a casa ma anche di mantenere un lavoro gratificante e ben pagato. Negli ultimi due anni questa prospettiva è diventata possibile per molte più persone, e a dimostrarlo sono ancora una volta i dati.

Secondo il Rapporto statistico sulle migrazioni del 2021, nel 2020 si è registrato un calo dell’8% di iscrizioni all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero. Secondo alcuni esperti, la riforma delle carriere universitarie sulla quale lavora il governo e gli investimenti del Pnrr sul mondo della ricerca porteranno significativi benefici (Corriere).

 

  • Ricercatori, la ministra Messa al Corriere: «Carriera unica e veloce, così diventeranno professori»

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